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giovedì, Gennaio 23, 2025
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Tassazione del gas russo in Bulgaria: tensioni con Ungheria e Serbia

Il governo bulgaro sta pianificando di introdurre una nuova tassa sul gas russo che transita attraverso il paese, e presto terrà colloqui con i suoi partner europei in merito a questa decisione. L’annuncio ha suscitato l’irritazione della Serbia e dell’Ungheria.

La settimana scorsa, la Bulgaria ha introdotto una speciale “tassa sull’energia” di 10 euro/MWh sul gas russo in transito attraverso il paese. Questa mossa ha provocato forti reazioni da parte della Serbia e dell’Ungheria, che importano gran parte del loro gas attraverso il gasdotto Turk Stream che attraversa la Bulgaria.

Il primo ministro bulgaro, Nikolay Denkov, ha dichiarato che presto si terranno colloqui con la Commissione europea, l’Ungheria e la Serbia. Ha sottolineato che questa tassa è rivolta alla compagnia russa Gazprom e non ai paesi importatori. Tuttavia, la dichiarazione congiunta del ministro delle Finanze serbo e del ministro degli Esteri e del Commercio ungherese afferma che questa nuova regolamentazione mette a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dei loro paesi. Inoltre, sottolineano che l’Unione europea non ha imposto sanzioni sulle forniture di gas naturale dalla Russia.

A causa di questa tassa, il prezzo del gas russo proveniente dal Turk Stream aumenterà di 100 euro per 1.000 metri cubi, ovvero di 1/5 rispetto al prezzo di mercato attuale. Non è ancora stata decisa la questione di chi dovrà pagare questa nuova tassa.

Secondo l’esperto di energia Miloš Zdravković, il governo bulgaro ha sfruttato la situazione geopolitica per rimpinguare il proprio bilancio imponendo questa tassa sul gas russo. Questo avrà un impatto negativo sulla redditività degli impianti di riscaldamento urbano e dell’industria, e si prevede un aumento del 20% delle bollette.

La Bulgaria si aspetta di guadagnare almeno 1,2 miliardi di euro in più l’anno prossimo grazie al transito del gas e alla nuova tassa. Tuttavia, il presidente Rumen Radev ha criticato il governo per aver imposto questa tassa, sostenendo che distrugge la solidarietà europea con l’Ungheria e la Serbia.

Radev ha mantenuto posizioni filo-russe e ha criticato gli aiuti militari all’Ucraina e l’ammissione alla NATO. Ha anche definito l’invasione russa come un “conflitto”, suscitando l’ira dell’Ucraina.

Inoltre, nel 2022 la Russia ha interrotto unilateralmente le forniture di gas alla Bulgaria, senza alcuna risposta da parte di Sofia. Il governo ad interim di Radev non ha intentato una causa contro Gazprom per questa interruzione.

In conclusione, la Bulgaria sta introducendo una nuova tassa sul gas russo in transito attraverso il paese, suscitando l’irritazione della Serbia e dell’Ungheria. Questa decisione ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e sulle conseguenze economiche per i paesi interessati.

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