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giovedì, Gennaio 23, 2025
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Scambio sul posto: guida completa e vantaggi – offertenergia.it

Quando si parla di impianti di energia rinnovabile, una delle prime domande che sorge è: cosa succede all’energia non consumata prodotta dall’impianto? Questa è una domanda legittima, poiché l’energia, per sua natura, viene consumata non appena viene generata. La risposta a questa domanda ha un impatto significativo sui risparmi futuri e sul costo del kWh da fotovoltaico.

Fortunatamente, esiste un meccanismo chiamato “scambio sul posto” che consente di immettere l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico nella rete elettrica. Questa tecnica è stata introdotta nel 2009 come risposta alla crescente esigenza dei consumatori di non sprecare l’energia prodotta.

Lo scambio sul posto funziona in modo simile a un magazzino virtuale dell’eccedenza di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. L’energia non consumata al momento della produzione viene immessa nella rete elettrica e può essere prelevata quando necessario.

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), una società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, gestisce lo scambio sul posto. Anche se comunemente si parla di “vendere” l’energia in eccesso alla rete, in realtà si tratta di un rimborso parziale che viene riconosciuto due volte all’anno.

I moduli fotovoltaici assorbono i raggi solari e producono energia. Una parte di questa energia viene consumata istantaneamente, mentre il resto viene immesso nella rete pubblica attraverso un dispositivo chiamato contatore di scambio. Di notte o quando l’impianto non è in grado di produrre abbastanza energia, l’energia viene prelevata dalla rete e conteggiata nella bolletta dell’elettricità del proprietario del fotovoltaico. Questo prelievo verrà poi rimborsato in base alla quantità di energia immessa in rete dall’impianto.

Tutta l’energia immessa in rete dall’impianto fotovoltaico viene pagata dal GSE con una tariffa media di circa 0,15 euro al kWh. Questo comporta un notevole risparmio di denaro, oltre al fatto che l’energia solare è gratuita. Quindi, lo “spreco” di energia diventa una fonte di guadagno.

Per quanto riguarda gli incentivi, coloro che investono nel fotovoltaico possono beneficiare del Bonus Ristrutturazione e del Superbonus 110%. Il Bonus Ristrutturazione copre tutte le spese per la realizzazione dell’impianto e offre una detrazione fiscale del 50% in dieci anni. Il Superbonus 110% consente il rimborso del 110% delle spese sostenute per l’efficientamento energetico delle abitazioni.

Il rimborso dell’energia in eccesso immessa in rete avviene tramite bonifico bancario, accreditato sul conto corrente del proprietario del fotovoltaico. Un primo acconto viene pagato a novembre, proporzionale alla dimensione dell’impianto, mentre il conguaglio viene pagato a giugno dell’anno successivo. Il prezzo fisso pagato dal GSE per l’energia immessa in rete è di circa 0,12 euro al kWh.

È importante sottolineare che una volta acquistato l’intero impianto, la produzione di energia è gratuita. L’utente può scegliere di immagazzinare l’energia in eccesso nei sistemi di accumulo o rivenderla alla rete. In entrambi i casi, si ottiene un notevole risparmio economico.

Esiste anche un altro metodo di risparmio legato all’impianto fotovoltaico chiamato “Ritiro Dedicato” (RID). Questo metodo prevede la vendita dell’energia alla rete elettrica. Il proprietario del fotovoltaico paga l’energia prelevata dalla rete e viene pagato per l’energia auto-prodotta che immette in rete. Tuttavia, il prezzo pagato per l’energia pre

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