Il caro bollette è diventato un argomento di grande dibattito, soprattutto per quanto riguarda la fine del mercato tutelato dell’energia. Secondo Confcommercio, a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, dovuto alla guerra in Ucraina, è necessario prorogare il termine per il superamento del regime di tutela di prezzo. L’organizzazione sottolinea che il prezzo medio delle offerte nel libero mercato è aumentato del 78% rispetto all’anno scorso e che il mercato tutelato offre maggiori garanzie sui prezzi.
Anche i consumatori protestano contro l’aumento delle bollette. Secondo Massimiliano Dona (Unc), per la luce una famiglia passa da un aumento del 57,3% nel mercato tutelato al 135,9% nel libero mercato, oltre il doppio. Dona afferma che la fine del mercato tutelato del gas, prevista per gennaio 2023, dovrebbe essere allineata a quella della luce, programmata per gennaio 2024. Il passaggio consiste nella possibilità di scegliere liberamente il venditore e le condizioni per comprare l’energia elettrica o il gas metano.
Una delle principali differenze tra il mercato tutelato e quello libero è che nel primo le tariffe sono decise dall’autorità di settore, mentre nel secondo l’utente negozia le tariffe con il fornitore. Il Codacons chiede di superare questa transizione e sottolinea che solo l’8,85% delle offerte per l’elettricità e il 14,58% delle offerte per il gas sul mercato libero sono risultate più convenienti rispetto al regime di maggior tutela. L’associazione avverte che coloro che hanno contratti a prezzi bloccati sul mercato libero subiranno aumenti astronomici delle tariffe alla scadenza delle offerte. Il Codacons conclude che il nuovo governo dovrà bloccare la fine del mercato tutelato dell’energia per evitare il caos e offrire maggiori garanzie a cittadini e imprese.
Nel frattempo, aziende e banche stanno prendendo iniziative per sostenere le famiglie e i piccoli imprenditori. Intesa Sanpaolo ha stanziato ulteriori 8 miliardi di euro per aiutare le famiglie ad affrontare i rincari delle bollette, oltre al maggior costo dei beni di consumo. In totale, la banca ha destinato 30 miliardi di euro per questo scopo.
Inoltre, IP e le organizzazioni di categoria dei gestori (Faib Confesercenti, Fegica e Figisc Confcommercio) hanno siglato un accordo per affrontare insieme il problema del caro bollette. Il Gruppo IP supporterà i gestori nell’affrontare l’aumento dei costi energetici delle aree di servizio di proprietà IP. Questa iniziativa proteggerà migliaia di piccoli imprenditori che gestiscono i distributori di proprietà del gruppo, ai quali sarà riconosciuto un contributo calcolato sulla base della differenza tra i costi energetici del 2021 e del 2022.