I costi energetici per le imprese del terziario sono ancora fuori dall’ordinario, nonostante una leggera diminuzione dei prezzi nell’ultimo semestre. Il Prezzo Unico Nazionale (Pun) dell’energia elettrica è ancora alto, anche se si è ridotto rispetto ai livelli eccezionali degli ultimi due anni. Tuttavia, rimane ancora oltre il doppio rispetto ai prezzi pre-crisi del 2019. La crisi energetica del biennio 2021-2022 non è ancora superata e continuerà a influenzare il futuro. Le tensioni geopolitiche, alimentate anche dal conflitto in Medioriente, contribuiscono all’instabilità dei mercati e manterranno elevato il pericolo di aumenti dei prezzi dell’energia anche dopo il 2023.
La spesa complessiva per l’energia elettrica e il gas per le imprese del terziario nel 2022 è stata di 32,9 miliardi di euro, ma si prevede una riduzione del 41% nel 2023 rispetto all’anno precedente, arrivando a 19,3 miliardi di euro. Tuttavia, confrontando questi dati con il 2019, anno considerato “normale” dal punto di vista energetico, la spesa del 2023 sarà ancora superiore del 44%.
Il caro carburanti continua a colpire duramente i trasporti e il settore della mobilità. A settembre 2023, il prezzo medio della benzina alla pompa è aumentato del 18% rispetto all’anno precedente e del 26% rispetto al periodo pre-crisi del settembre 2019. Situazione simile si registra per il prezzo del gasolio. Di conseguenza, si stima che ogni camion abbia costi aggiuntivi di circa 15.000 euro all’anno.
Secondo Confcommercio, le recenti misure adottate dal Governo per mitigare l’impatto dei costi energetici per le imprese e le famiglie dovrebbero essere potenziate. È necessario reintrodurre i crediti d’imposta energetici e ridurre gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, come è stato fatto per il gas. Inoltre, è importante garantire continuità al beneficio del gasolio commerciale per contrastare il caro carburanti.
