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martedì, Febbraio 25, 2025
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Recuperiamo il tempo perso: unisciti alla rivoluzione delle comunità energetiche!

Dopo circa cinque anni dalla pubblicazione della Direttiva Europea che promuove la costituzione delle *Comunità Energetiche (CE)* e l’*Autoconsumo Collettivo (AC)*, in Italia solo pochissime iniziative hanno visto la luce.

Se ne parla tanto ma, probabilmente, la mancanza dei decreti attuativi da parte del *Ministero dell’Ambiente*, di idonee disposizioni da parte di *ARERA* (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) e del *GSE* (Gestore Servizi Energetici) che facciano chiarezza su alcuni punti, hanno scoraggiato e continuano a scoraggiare la nascita.

Delle CE fanno parte: *persone fisiche* (comprese quelle appartenenti a famiglie a basso reddito o vulnerabili), *piccole e medie imprese*, *enti territoriali e autorità locali*, *Amministrazioni comunali*, *Enti religiosi*, *Enti di ricerca e formazione*.

Si precisa che nel caso di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, questi devono trovarsi nello stesso edificio o condominio;

I vantaggi di entrambe le iniziative sono: *riduzione delle emissioni inquinanti*; *contenimento della povertà energetica delle famiglie*; *sviluppo economico delle piccole e medie imprese*.

L’incentivo previsto dal GSE sull’energia prodotta e simultaneamente autoconsumata su base oraria, per la Puglia e per impianti di Potenza inferiore ai 200 KW è, complessivamente, *0,18 €/kWh* per 20 anni. (N.B.- Occorre attendere però la pubblicazione del decreto ministeriale per avere certezza degli importi e delle tariffe incentivanti, che avverrà solo dopo l’approvazione della commissione europea).

Va precisato inoltre che: l’autoconsumo deve avvenire attraverso la rete pubblica e in forma collettiva; la potenza nominale max del singolo impianto non deve essere superiore a 1 MW; il contributo in conto capitale previsto per le Comunità Energetiche nei Comuni fino a 5.000 abitanti (risorse PNRR) corrisponde max al 40%; gli incentivi sono cumulabili con la detrazione del 50%; nel caso di riconoscimento del contributo in conto capitale, la tariffa di 0,18 €/kWh sarà ridotta della stessa percentuale del contributo di cui si è usufruito.

Si fa presente che quest’ultimo particolare può disincentivare la nascita delle CE nei piccoli Comuni, nonostante il contributo a fondo perduto, perché quello che si perde nel corso dei 20 anni con la decurtazione della tariffa sull’energia condivisa è superiore all’incentivo ricevuto. Così pure, non sarà conveniente abbinare i sistemi di accumulo all’impianto fotovoltaico per incrementare l’energia condivisa, perché la spesa è superiore al ritorno economico.

Altri elementi che possono incidere negativamente allo sviluppo delle CE, se non corretti, sono: il previsto blocco da parte di ARERA dello scorporo in bolletta dell’energia condivisa (in contrasto con quanto prevede il Decreto 199/21), perché questo determina un danno economico ai soci e privilegia i fornitori; il vincolo che il GSE ha previsto nei dispositivi emanati e precisamente che i consumatori devono continuare a prendere l’energia dalla stessa compagnia di vendita con la quale hanno il contratto di fornitura. Questo ne limita la libertà di acquisto sul mercato, determinando un possibile danno economico.

A ritardare poi la costituzione delle CE, possono aver inciso i seguenti fattori: il complesso iter burocratico e operativo, la mancanza di un supporto tecnico da parte della Regione, Provincia e Comuni; una adeguata campagna di informazione; la disposizione di un tav

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