**I timori per gli scioperi negli impianti di GNL australiani aumentano**
La possibilità di scioperi nei principali impianti di gas naturale liquefatto (GNL) in Australia ha sollevato preoccupazioni sulle forniture globali di gas. Anche se la domanda di gas nell’emisfero nord è ancora contenuta, i prezzi all’ingrosso del gas sono aumentati a causa della prospettiva di chiusure prolungate degli impianti. Questo si aggiunge agli eventi meteorologici estremi che hanno messo alla prova i sistemi energetici quest’estate e alle battute d’arresto tra altri grandi produttori.
**Cresce l’allarme per gli scioperi in Australia**
Il gas rappresenta nuovamente un rischio per l’economia globale, poiché i potenziali scioperi nel principale produttore australiano minacciano di destabilizzare le forniture globali e far aumentare le bollette dei consumatori. La disputa su salari e condizioni negli impianti australiani di Chevron Corp. e Woodside Energy Group Ltd., che rappresentano oltre il 10% delle forniture globali di GNL, ha innescato l’ultima escalation dei timori sull’offerta. I lavoratori delle strutture richiedono compensi più elevati e i sindacati continueranno i negoziati martedì.
**Le prospettive dei prezzi del gas**
Nonostante i prezzi del gas siano ancora inferiori rispetto all’anno scorso, la volatilità di quest’inverno potrebbe comportare bollette più alte per i consumatori domestici e industriali. L’interruzione delle forniture australiane fino a settembre potrebbe influire sulle forniture globali e sui prezzi durante la stagione del riscaldamento. I prezzi in Asia e in Europa potrebbero aumentare per attirare il GNL disponibile e riscaldare le case. Alcuni acquirenti, come l’India, potrebbero trovare il GNL troppo costoso e scegliere di non accettare offerte per la fornitura nel 2024.
**I rischi degli scioperi**
Se gli scioperi negli impianti GNL australiani di Gorgon, Wheatstone e North West Shelf durassero un mese, potrebbero essere compromesse tre milioni di tonnellate di fornitura, equivalenti a circa 44 carichi di GNL. Questo avrebbe un impatto significativo poiché Giappone, Tailandia e Taiwan hanno ricevuto circa un quarto delle loro forniture da questi impianti quest’anno. Hanno inoltre fornito il 14% delle importazioni cinesi e il 28% di quelle di Singapore. Gli acquirenti abituali potrebbero essere costretti a cercare il combustibile sui mercati spot, dato che il bacino di approvvigionamento di GNL è ancora limitato.