La beffa del gas: l’UE continua ad acquistare il gas russo nonostante le direttive di Bruxelles. Secondo il Financial Times, Belgio e Spagna sono diventati i principali acquirenti di gas liquido russo dopo la Cina. Questi due paesi hanno importato 21,6 milioni di metri cubi di gas liquido prodotto da Mosca nei primi sette mesi del 2023. Questo rappresenta il 16% del totale del gas liquido acquistato dai paesi dell’UE, con un valore di 5,29 miliardi di euro.
La situazione diventa ancora più paradossale se consideriamo il ruolo di Belgio e Spagna nel commercio di gas russo. Nonostante Bruxelles sia la capitale dell’Unione Europea, il porto di Zeebrugge accoglie gran parte del gas liquido destinato al mercato europeo. Questo non è in linea con le dichiarazioni del Commissario per l’energia, Kadri Simson, che sostiene la necessità di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo. La Spagna, che attualmente detiene la Presidenza europea, ha dichiarato in passato l’assurdità dell’assenza di sanzioni sul gas russo, ma continua ad importarlo.
Non sono solo Belgio e Spagna a predicare bene e razzolare male. Secondo Global Witness, una parte del gas russo viene commercializzato in Europa attraverso la Total. Questo è sorprendente considerando che il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato a sopportare il costo delle sanzioni contro la Russia. Ma ancora più ingiustificabili sono gli errori di Germania e Italia. La Germania sta pagando le conseguenze della distruzione dei gasdotti Nord Stream e della rinuncia all’energia russa, con una recessione che ha colpito il PIL e la produzione industriale. L’Italia, oltre a dover affrontare le conseguenze della crisi tedesca, sta cercando di diversificare le proprie forniture energetiche in collaborazione con l’Eni.
In questo contesto, gli acquisti continui di gas russo da parte di Belgio, Spagna e Francia non sono solo un affronto politico e commerciale. Rappresentano un ostacolo serio per uno dei principali progetti a lungo termine dell’UE, ovvero la trasformazione della penisola italiana in un centro di smistamento del gas liquido proveniente da altri paesi con cui sono state raggiunte nuove intese.