Il Consiglio europeo di venerdì scorso, 7 ottobre, ha affrontato la crisi energetica ma non è riuscito a risolvere le questioni più importanti. Le richieste di fissare un tetto al prezzo del gas avanzate da Italia, Polonia, Grecia e Belgio sono rimaste irrisolte. Nonostante ci si aspettasse un accordo di massima, le divisioni tra gli Stati membri hanno impedito di definire una posizione comune. Questa mancanza di unità rende l’Europa vulnerabile agli utilizzi impropri del gas come arma geopolitica e ai capricci del mercato.
Le ricerche di nuovi fornitori e le trattative per ottenere volumi aggiuntivi di gas a prezzi più vantaggiosi rischiano di essere insufficienti nel lungo periodo. È necessario intervenire in modo strutturale per ridurre la domanda e aumentare le energie alternative, soprattutto le fonti rinnovabili.
Durante il vertice informale a Praga, la Germania ha fatto qualche apertura riguardo al price cap e ha appoggiato la proposta di sviluppare una piattaforma europea per gli acquisti comuni di gas. Tuttavia, la Germania ha bocciato la proposta di Italia e Francia di istituire un nuovo fondo Ue per alleviare la crisi energetica.
Nonostante alcune aperture, il Consiglio europeo si è chiuso senza risultati concreti sul tema. La proposta italiana di creare un corridoio dinamico di prezzi per tutte le transazioni del gas è stata discussa, ma definire i dettagli tecnici di questa opzione è molto complicato.
I Paesi contrari al price cap temono che fissare un massimale alle quotazioni del gas possa causare difficoltà negli approvvigionamenti. Pertanto, si sta pensando di incanalare i prezzi in un corridoio flessibile, con la possibilità di effettuare transazioni anche sopra il cap. Tuttavia, trovare il giusto equilibrio tra prezzi accessibili e misure di risparmio energetico e investimenti in tecnologie pulite è una sfida.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha evidenziato il desiderio condiviso tra i leader europei di abbassare i prezzi delle risorse energetiche e lavorare insieme per affrontare la crisi. Il prossimo Consiglio europeo, che si terrà a fine ottobre, potrebbe essere l’occasione per fare passi avanti nella presa in considerazione delle misure necessarie.
Nel frattempo, sono state approvate alcune misure per affrontare la crisi energetica, come la riduzione obbligatoria dei consumi elettrici nelle ore di picco dei prezzi e un contributo di solidarietà a carico delle società del settore oil&gas.
Resta da vedere se il vertice di fine ottobre sarà in grado di risolvere definitivamente la questione del price cap e trovare soluzioni concrete per affrontare la crisi energetica.