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giovedì, Gennaio 23, 2025
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Crisi gas in Australia: Impatto sull’inverno e bollette energetiche

La situazione del gas: una prospettiva incerta per l’inverno

Recenti dichiarazioni dell’amministratore delegato di Eon, Leonhard Birnbaum, hanno destato preoccupazione tra investitori e governi. Dopo aver raggiunto un picco di 43,49 euro al MWh a fine aprile 2023, i future sul gas Ttf sono rimasti volatili e sensibili ai cambiamenti del settore. Le proteste dei lavoratori degli impianti di Chevron Corp. e Woodside Energy Group Ltd in Australia potrebbero influire sull’inverno del Vecchio continente, che sta cercando di ridurre le forniture russe. I governi sono preoccupati per possibili aumenti delle bollette per cittadini e imprese. In questo contesto internazionale, cosa possiamo aspettarci per il futuro? I prezzi dei carburanti torneranno a salire durante la stagione fredda? Speriamo di no, ma è certo che la situazione è estremamente instabile.

La buona notizia: lo stoccaggio europeo supera il 90%

La media del riempimento degli stoccaggi di gas dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea ha superato il target del 90% delle capacità, come stabilito dal Regolamento Ue RePowerEu. Secondo l’ultimo aggiornamento del portale Gie Agsi (Aggregated Gas Storage Inventory) del 16 agosto, la media delle scorte europee ha raggiunto la soglia fissata con più di due mesi di anticipo sulla data stabilita.

In Italia, le scorte sono aumentate dello 0,22% rispetto alla rilevazione precedente, raggiungendo il 90,62%. I Paesi membri dell’UE che non hanno ancora raggiunto il 90% sono Belgio (87,85%), Danimarca (86,55%), Francia (84,04%), Lettonia (77,33%), Romania (82,72%) e Ungheria (85,75%). La Spagna ha raggiunto il massimo livello di riempimento degli stoccaggi, con il 99,98%. Nonostante ciò, la situazione in Australia crea preoccupazione.

Gianclaudio Torlizzi

Le incertezze legate all’offerta australiana

Il trend rialzista dei prezzi del gas è stato innescato dai timori di carenza dell’offerta dovuti allo sciopero dei lavoratori di alcuni terminali di gas liquefatto in Australia. Gianclaudio Torlizzi, fondatore della società di consulenza T-Commodity e consulente dei ministeri della Difesa e delle Imprese e del Made in Italy per l’analisi delle materie prime, spiega che il rialzo dei prezzi è dovuto principalmente alla chiusura di posizioni ribassiste da parte dei trader. Tuttavia, questo non significa che sia l’inizio di una nuova fase rialzista. È importante notare che da quando l’Europa ha iniziato a ridurre le forniture russe, è diventata più vulnerabile alle dinamiche globali del gas. Questa situazione è emersa dopo l’invasione russa in Ucraina.

L’Europa in competizione con Cina e Giappone per il gas australiano

Senza il gas russo, l’Europa è diventata uno dei principali attori globali nella competizione con Cina e Giappone (il maggior acquirente di gas australiano) per l’approvvigionamento di gas liquefatto. Queste tensioni emergono in un contesto in cui la Cina sta affrontando una significativa frenata economica. È importante notare che alcune aziende europee stanno abbandonando il continente, riducendo così il consumo di gas. Questa dinamica ha contribuito al calo dei prezzi, che un anno fa erano a 250 euro al MWh, mentre ora sono scesi a 25 euro.

Il timore di una riduzione del 10% dell’offerta mondiale di gas

Se lo sciopero in Australia si confermasse, ci sarebbe una significativa riduzione dell’offerta. Questa prospettiva è preoccupante considerando che non ci saranno nuovi progetti per aumentare la capacità produttiva di gas liquefatto fino al 2026. È importante ricordare che il fattore meteorologico è fondamentale per il mercato del gas. Il mercato ha iniziato a preoccuparsi della possibilità che l’inverno sia meno favorevole rispetto all’anno scorso. Al momento è estremamente difficile fare previsioni.

Il prezzo potrebbe superare i 50 euro

Bisogna valutare se il rischio australiano è concreto. Al momento i fondamentali del gas sono rialzisti. Tuttavia, se lo sciopero venisse confermato, il prezzo potrebbe tornare intorno ai 50 euro al MWh. Inoltre, bisognerà monitorare l’andamento meteorologico nei mesi di settembre e ottobre. La crisi non è ancora terminata. Ci vorranno ancora due anni prima che la situazione si stabilizzi. Attualmente, l’Europa è influenzata dal meteo e dalla concorrenza internazionale per l’acquisto di gas liquefatto. Se l’Australia avrà problemi, gli effetti si faranno sentire anche qui. Questo può sembrare paradossale per una materia fisica, ma è ciò che è accaduto nell’ultimo anno e mezzo. Inoltre, va considerato il ruolo della speculazione che amplifica i movimenti già presenti sul piano fondamentale.

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