La flessione dei consumi nel settore civile e industriale è stata causata principalmente da misure amministrative ed efficienza energetica, oltre che dal clima eccezionalmente mite dei primi mesi dell’anno. Secondo l’analisi di Enea, i consumi nel settore civile sono diminuiti del 12%, principalmente a causa del minor impiego di gas per il riscaldamento. Anche l’industria ha registrato una riduzione del 10% dei consumi, con una diminuzione fino al 20% nella produzione dei settori ad alta intensità energetica come la chimica di base, la carta, i minerali non metalliferi e la siderurgia.
Per quanto riguarda la provenienza del gas che arriva in Italia, si è verificata una significativa riduzione del flusso dalla Russia. A maggio, il flusso di gas dalla Russia è diminuito del 77,2%, passando da 1,3 miliardi di metri cubi nello stesso mese del 2022 a 282 milioni di metri cubi. Dal gennaio di quest’anno, il gas russo in transito dal Tarvisio verso l’Italia è diminuito del 75,3%. Questo ha fatto scivolare la Russia nella classifica dei maggiori fornitori di gas dell’Italia, con attualmente l’Algeria al primo posto seguita dall’Azerbaigian attraverso il Tap e dal Nord Europa con Norvegia e Olanda.
Un dato interessante è che il gas naturale liquefatto (Gnl), che viaggia via mare, è in crescita. Attraverso i rigassificatori di Panigaglia, Cavarzere, Livorno e Piombino sono transitati 6,9 miliardi di metri cubi di Gnl, il 30% in più rispetto all’anno scorso. Questo ha portato a una nuova geografia di fornitori, che va dal Qatar agli Stati Uniti fino all’Egitto.
Tra i fattori che hanno contribuito al crollo del prezzo del gas, che aveva raggiunto un record di 346 euro al MWh nell’agosto 2022, ci sono le scorte ai massimi livelli, il clima mite e il rallentamento della domanda sia da parte delle famiglie che dell’industria. Questi fattori hanno contribuito a creare un mercato del gas più stabile e accessibile per i consumatori.
