“È meglio accendere una candela che maledire l’oscurità. Buona fine e buon inizio.” Questa è la descrizione di un recente post pubblicato sul profilo Instagram di Marcello De Angelis, ex terrorista ora responsabile della comunicazione della Regione Lazio governata da Francesco Rocca. De Angelis, che solo pochi mesi fa aveva negato il coinvolgimento fascista nella strage di Bologna, ha condiviso una foto di un candelabro con una candela accesa. Nei commenti, molti emoji in stile “saluto romano”.
L’ex deputato del Pd Emanuele Fiano, membro della Comunità ebraica e figlio di un sopravvissuto all’Olocausto, ha evidenziato il contenuto antisemita del post condividendolo su Facebook. Ha spiegato che quel candelabro, chiamato Yule, era un omaggio offerto da Heinrich Himmler ai membri delle SS per il capodanno nazista. Era prodotto dai prigionieri di Dachau nella fabbrica Allach. I nazisti dovevano accenderlo il 21 dicembre per celebrare il solstizio. Fiano ha chiesto a De Angelis di essere sincero riguardo alle sue idee e se ancora si identifica con il nazismo.
De Angelis ha sostenuto di essere cambiato negli ultimi vent’anni e di non essere più la persona che scriveva testi antisemiti. Ha cercato di giustificare le sue azioni citando testimonianze della sua gioventù che sono state recentemente riemerse. Nel 1995, quando faceva parte del gruppo 270bis, aveva scritto: “Troppo ci pesava portare sulla schiena il dominio di una razza di mercanti”, riferendosi al popolo ebraico. La nuova polemica attorno a De Angelis ha suscitato critiche da parte di molti rappresentanti delle istituzioni.
Molti si aspettano una presa di posizione da parte del governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca. Questa vicenda imbarazza la destra e sembra destinata a lasciare il segno.