L’arrivo dell’inverno sta influenzando il prezzo del gas, che sta aumentando a causa delle condizioni climatiche avverse. Dopo essere sceso a livelli minimi a fine novembre, il prezzo del metano per le consegne a gennaio è salito del 3,34% venerdì scorso. Questo è il primo aumento della stagione, anche se rimane al di sotto della soglia dei 50 euro raggiunta durante la guerra tra Israele e Hamas.
Gli analisti considerano questa dinamica come una reazione normale al peggioramento delle condizioni climatiche, soprattutto nel Nord Europa, dove si registrano gelo e neve. Anche l’Italia non è risparmiata, con temperature vicine allo zero a Milano e inferiori ai 5 gradi a Roma per alcuni giorni. Secondo Luis Sanchez di Uniper, il principale problema per il gas al momento è il clima, che si prevede più freddo nei prossimi giorni ma successivamente più mite e ventoso. Fortunatamente, le scorte di gas sono ancora abbondanti per questa stagione.
Un fattore favorevole per l’Italia è la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, con la Russia che ha ridotto le forniture. Oltre la metà del gas in arrivo oggi proviene dall’Algeria tramite il gasdotto Transmed a Mazara del Vallo. Meno di un quarto proviene dall’Azerbaigian tramite il Tap a Melendugno e una piccola quantità dalla Libia attraverso il Green Stream a Gela. Inoltre, ci sono i contributi dei rigassificatori e della produzione nazionale, insieme ai prelievi dagli stoccaggi. Complessivamente, la maggior parte del gas immesso in rete oggi è destinata ai consumi industriali, termoelettrici e degli utenti, con la possibilità di esportare una parte.
In conclusione, il prezzo del gas sta aumentando a causa delle condizioni climatiche avverse, ma le scorte sono ancora sufficienti. L’Italia si avvantaggia della diversificazione delle fonti di approvvigionamento e continua a garantire un’offerta stabile per i consumatori.