Il prezzo del gas ad Amsterdam ha subito un’impennata del 18% a 42,9 euro al megawattora. Questo aumento è stato causato dall’ultimatum dei lavoratori australiani degli impianti di liquefazione di Woodside Energy Group, che minacciano uno sciopero se non verrà raggiunto un accordo entro il 23 agosto. Secondo Oilprice, il 99% dei lavoratori ha votato a favore dell’azione sindacale. Attualmente, i sindacati stanno cercando di trovare una soluzione che soddisfi sia l’azienda che i lavoratori.
Anche i collaboratori di Chevron, gestore degli impianti di gas naturale liquefatto (LNG) a Gorgon e Wheatstone in Australia, hanno mostrato delle rimostranze riguardo ai salari e alle condizioni di lavoro. Il sindacato Offshore Alliance ha commentato che si tratta di respingere standard di lavoro inferiori.
Nonostante l’aumento del prezzo del gas, va sottolineato che la situazione si è calmata rispetto all’anno scorso, quando si è raggiunto il prezzo record di oltre 300 euro al megawattora. Tuttavia, dallo scoppio della guerra in Ucraina e con l’introduzione delle sanzioni dell’Unione Europea alla Russia, il prezzo del gas è notevolmente aumentato. Le famiglie e le imprese sono state costrette a fare sacrifici per far fronte a questa spesa aggiuntiva.
Inoltre, tra i Paesi dell’UE è stato raggiunto l’obiettivo del 90% di stoccaggio del metano, due mesi prima della scadenza prevista per il primo novembre. Questo è stato fatto in risposta alla crisi energetica causata dall’invasione russa. Secondo i dati aggiornati al 14 agosto, le scorte di metano hanno superato il 90% delle capacità di stoccaggio anche in Italia, che è il Paese da cui la Svizzera importa il gas.
In conclusione, nonostante l’instabilità del prezzo del gas, si stanno facendo progressi per garantire una fornitura stabile e adeguata. Tuttavia, è importante tenere sotto controllo la situazione e adottare misure per ridurre la dipendenza dal gas naturale e promuovere fonti di energia alternative.