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venerdì, Gennaio 24, 2025
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La rinascita della ristorazione dopo 3 anni di crisi: la sfida degli addetti

Il settore della ristorazione in provincia di Bergamo sta finalmente mostrando segnali di ripresa dopo tre anni difficili a causa della pandemia di Covid-19 e della crisi energetica. Nonostante ciò, il saldo tra nuove aperture e chiusure registra ancora un calo dello 0,2%, ma è migliore rispetto alla media lombarda (-1,1%) e nazionale (-0,8%). Inoltre, le iscrizioni alle attività di ristorazione stanno crescendo dell’18%, mentre le cessazioni sono aumentate solo del 2%.

Secondo Ascom Confcommercio Bergamo, questi segnali indicano una tendenza verso un equilibrio sempre più vicino nel settore, con una diminuzione del turnover che ha indebolito la categoria negli ultimi tre anni.

Il primo Osservatorio sui pubblici esercizi, realizzato in collaborazione con Fipe Confcommercio e basato sui dati di Infocamere, ha fornito una fotografia fedele del settore della ristorazione in provincia di Bergamo. Si contano oltre 8.000 luoghi dove si svolgono servizi di ristorazione, creando un settore poliedrico e frammentato. La maggior parte delle imprese sono ditte individuali (quasi il 50%), seguite da società di persone (un terzo) e società di capitali (un quinto).

Il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini, sottolinea che il settore sta subendo una trasformazione in termini di dimensioni delle imprese. Da un lato, si sta osservando una diminuzione delle dimensioni medie delle imprese, mentre dall’altro si sta assistendo a un aumento delle imprese che gestiscono più locali per ottenere economie di scala nell’acquisto di materie prime e per migliorare la propria immagine aziendale. Questa tendenza è particolarmente evidente nelle attività di banqueting e catering, dove il 60% delle imprese ha più di 50 dipendenti.

Le imprese femminili nel settore della ristorazione rappresentano il 32% del totale in provincia di Bergamo, una percentuale più alta rispetto alla media lombarda (27%) e italiana (28%). Le imprese giovanili costituiscono l’11% del totale, con un saldo positivo di 7 unità tra aperture e chiusure. Questa è la nicchia più vivace del settore, con giovani imprenditori determinati a ripartire con nuove proposte e progetti.

Le imprese straniere nel settore della ristorazione in provincia di Bergamo sono 1.071, rappresentando il 18% del totale. La maggior parte di queste imprese sono ditte individuali e offrono cucina etnica, come ristoranti fusion o pokè. La tendenza del sushi si è affermata ancora di più, diventando parte integrante della cultura culinaria bergamasca.

Oscar Fusini sottolinea che il settore della ristorazione sta vivendo un cambiamento nei gusti e nelle abitudini dei consumatori. Le persone preferiscono mangiare fuori piuttosto che sedersi al bar, e sono sempre più attente al rapporto qualità-prezzo. La qualità del cibo è un fattore importante per molti consumatori a Bergamo.

Tuttavia, il settore della ristorazione continua ad affrontare una carenza di personale. Secondo l’ultima rilevazione del 2021, ci sono 22.126 occupati nel settore in provincia di Bergamo, ma questa cifra è ancora insufficiente per soddisfare le esigenze delle imprese, che lamentano una mancanza di circa tremila operatori.

Diego Rodeschini, presidente del gruppo bar, gelaterie e pasticcerie di Ascom Confcommercio Bergamo, lancia un appello ai giovani che escono dalle scuole alberghiere. Il settore della ristorazione ha bisogno di loro e c’è una forte domanda di personale per ogni figura professionale. Rodeschini sottolinea anche l’importanza di un sostegno da parte delle istituzioni locali, considerando il ruolo sociale che queste attività svol

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