L’incertezza sulla riapertura di Nord Stream, il principale gasdotto per il trasporto del metano russo in Europa, ha avuto un impatto significativo sulla quotazione del gas naturale sul TTF, il mercato europeo di riferimento. Attualmente, i contratti future per un MWh di gas naturale da consegnare in ottobre sono aumentati del 30% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, raggiungendo i 279 euro, per poi calare leggermente a 265 euro (+21%). Questi valori si avvicinano ai massimi toccati alla fine di agosto, quando il prezzo del gas sul TTF ha superato i 346 euro per MWh. Un anno fa, invece, un MWh di gas sul TTF era quotato a soli 29,5 euro.
La situazione è stata causata dalla decisione di Gazprom di interrompere i flussi di Nord Stream per manutenzione il 31 agosto scorso. Inizialmente, si prevedeva che il gasdotto sarebbe stato riaperto il 3 settembre, ma Gazprom ha deciso di tenerlo chiuso a causa della necessità di riparare una turbina da parte dei tedeschi di Siemens. Tuttavia, Siemens Energy ha negato di essere stata contattata e ha sostenuto che la perdita di olio denunciata da Gazprom non costituisce un impedimento tecnico alla riapertura del gasdotto.
Secondo l’agenzia russa Interfax, Dmitry Peskov, portavoce di Putin, ha dichiarato che il flusso di Nord Stream non potrà riprendere fino a quando le sanzioni “collettive dell’Occidente” contro la Russia non saranno rimosse. Peskov ha affermato che i problemi al pompaggio del gas sono sorti a causa delle sanzioni imposte dai Paesi occidentali contro la Russia e diverse società russe.
La situazione ha portato i ministri dell’Energia dell’Unione europea a convocare una riunione il 9 settembre per discutere delle misure da adottare per contenere i prezzi dell’energia. Tra le proposte allo studio, c’è l’ipotesi di introdurre un tetto al prezzo del gas naturale (richiesta avanzata dall’Italia ma non sostenuta dalla Germania e dai Paesi Bassi) e di intervenire sui meccanismi di formazione dei prezzi finali dell’energia elettrica.
L’incertezza legata alla riapertura di Nord Stream ha avuto un impatto negativo sulle borse europee, con Francoforte in testa ai ribassi (-3%), seguita da Milano (-2,4%), Parigi (-2%) e Londra (-0,9%). Gli investitori sono preoccupati per le conseguenze economiche e inflazionistiche di uno stop delle forniture russe all’Europa. Questa situazione ha anche influenzato l’euro, che ha faticato a mantenere quota 0,99 sul dollaro (-0,4% a 0,991), così come i titoli di Stato dell’Eurozona, i cui rendimenti sono in crescita, con quello del Btp decennale che si avvicina nuovamente a quota 4% (+13 punti base al 3,957%), mentre lo spread con il bund tedesco si allarga a 394 punti.