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mercoledì, Aprile 16, 2025
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Perché l’Italia non acquista più gas dalla Russia: un non-problema per l’energia italiana

Le bollette del gas: perché non dipendiamo solo dalla Russia

Secondo Matteo Villa dell’ISPI, le bollette del gas non sono aumentate tanto quanto il prezzo della materia prima, il gas, che è aumentato del 70%. Questo perché il prezzo in bolletta include altri costi che rimangono più stabili nel tempo.

Molte persone credono che non comprare gas dalla Russia significhi vivere in povertà, ma non è vero. Attualmente paghiamo la materia prima poco più di quanto facevamo nel 2021. Ciò significa che le bollette sono aumentate solo del 25%, non del doppio o del triplo. Questo è ciò che afferma Matteo Villa, Head of DataLab dell’ISPI. Villa spiega che il motivo per cui le bollette non sono aumentate tanto quanto il prezzo del gas è perché includono altri costi più stabili nel tempo.

Le importazioni di GNL

A partire da maggio 2022, l’Italia ha iniziato ad importare GNL dalla Russia. Nel primo trimestre del 2023, le importazioni di GNL russe hanno rappresentato il 3% del totale delle importazioni. L’Italia importa anche gas attraverso il gasdotto TAP, che proviene dall’Azerbaigian e attraversa la Grecia. Secondo Eurostat, nel gennaio 2023 abbiamo importato circa 750 milioni di metri cubi di gas da Baku.

Matteo Villa: “Il ricatto della Russia sul gas sta finendo”

Poco più di un mese fa, Villa ha sottolineato che “il ricatto del gas russo sta (quasi) finendo. In un solo anno, l’Italia è passata da pagare 13 miliardi di euro a Mosca per il suo gas a soli 2 miliardi, quindi ci sono 11 miliardi in meno a disposizione della Russia per finanziare l’invasione”. Nel 2021, l’Italia ha pagato 25 miliardi di euro per il gas naturale, nel 2022 il costo è salito a 69 miliardi. Tuttavia, da quest’anno in poi torneremo a pagare molto meno. Secondo l’analista, la crisi non è ancora finita, ma dobbiamo riconoscere che il ricatto di Mosca non ha più lo stesso impatto del 2022.

Il rapporto Acer-Ceer sul mercato interno del gas

Recentemente, il rapporto annuale Acer-Ceer ha rilevato che, dopo lo shock del 2022, l’equilibrio tra domanda e offerta nel mercato europeo del gas è migliorato grazie alle importazioni consistenti di GNL e alla diminuzione significativa della domanda. Ciò ha portato i prezzi a tornare vicini ai livelli pre-crisi. Tuttavia, l’offerta globale di gas è ancora limitata, il che rende i prezzi suscettibili a sviluppi imprevisti. La ripresa della domanda di GNL da parte della Cina rimane un fattore influente sui prezzi dell’UE in futuro. Secondo Acer-Ceer, i prezzi del gas in Europa saranno più esposti alla concorrenza globale e quindi più volatili. La riduzione della domanda contribuirà agli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione europea, ma deve avvenire senza intoppi per preservare l’economia e la sicurezza degli approvvigionamenti energetici dell’UE.

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