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giovedì, Gennaio 23, 2025
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Putin intrappolato: rublo in caduta libera e calo del gas

L’economia russa ha superato una fase difficile e sembra essere solida rispetto a un anno e mezzo fa. Si prevede che nel 2023 la crescita economica possa addirittura superare quella dell’Eurozona. Tuttavia, il rublo, la valuta russa, ha subito una forte svalutazione nell’ultimo anno, scendendo oltre quota cento rispetto al dollaro. Questo rappresenta un grosso problema perché una moneta debole alimenta l’inflazione e rende più costose le importazioni. Per risolvere questa situazione, ci sono due opzioni: aumentare ulteriormente i tassi di interesse (anche se questo potrebbe danneggiare la crescita economica) o controllare strettamente i capitali in uscita dal paese. Tuttavia, la soluzione più sana e sostenibile sarebbe aumentare le entrate dalle esportazioni, in particolare dal petrolio e dal gas. In teoria, le condizioni attuali non sarebbero sfavorevoli, dato che il prezzo del petrolio è aumentato negli ultimi mesi. Tuttavia, Putin sta spingendo la Russia verso uno stato di guerra totale e ha bisogno di più fondi. Le spese governative sono previste aumentare del 25% nel 2024, con una quota significativa destinata alle spese militari. Questo approccio keynesiano bellico, però, ha come conseguenza l’aumento dell’inflazione.

La cattiva notizia per Putin è che le entrate petrolifere difficilmente aumenteranno ulteriormente. I mercati dei futures prevedono addirittura una diminuzione dei prezzi del petrolio per gran parte del 2024. Tra i vari motivi di questa situazione c’è la deludente performance dell’economia cinese, che dopo la ripresa post-Covid sembra essere in declino. Questo è dovuto anche alla politica economica restrittiva di Xi Jinping, che ha limitato gli stimoli economici dopo aver colpito duramente il settore immobiliare, uno dei principali motori di crescita in Cina. Di conseguenza, secondo la Banca Mondiale, le economie emergenti dell’Asia orientale avranno uno dei tassi di crescita più bassi degli ultimi 50 anni nel 2024. Una minore crescita si traduce in una domanda di petrolio debole, il che spiega perché i prezzi non dovrebbero aumentare nel 2024. Inoltre, Stati Uniti e Sud America potrebbero compensare in parte i tagli alla produzione dell’Arabia Saudita. Un’altra brutta notizia per Putin è che le sue vendite di gas sono diminuite drasticamente dopo la sospensione delle forniture al mercato europeo.

Tutto ciò significa che i problemi di inflazione probabilmente continueranno. Alcuni dati interessanti mostrano che più della metà dei fumatori russi cerca prodotti contraffatti più economici. Inoltre, i viaggi all’estero sono diventati il 40% più costosi a causa della svalutazione del rublo. Secondo il governo russo, il prezzo della frutta e della verdura è aumentato del 20% rispetto ad agosto dell’anno scorso, mentre il pollo è aumentato del 15% e le uova del 12%. A settembre, i prezzi al consumo sono aumentati del 5,5% su base annua, rispetto al 4,3% di luglio. A differenza dell’Europa, dove l’inflazione sta diminuendo, in Russia sta accelerando.

Nonostante ciò, la Russia sta aumentando la produzione di armi grazie a una maggiore spesa militare. Componenti strategici come i microchip vengono contrabbandati da Hong Kong e dall’Asia centrale per eludere le sanzioni. La Russia è in grado di produrre 200 carri armati all’anno, il doppio di quanto previsto dai servizi di intelligence occidentali. Secondo le stime britanniche, produrrà circa 2 milioni di proiettili d’artiglieria, che si aggiungono a uno stock di circa 5 milioni. Anche la produzione di missili sembra essere aumentata rispetto ai livelli prebellici, rappresentando una grande minaccia per le infrastrutture energetiche ucraine durante l’inverno.

La Russia conta sul fatto che l’industria delle armi occidentali richiede più tempo per mobilitarsi. Insieme, Europa e Stati Uniti non saranno in grado di produrre più di due milioni di colpi d’artiglieria l’anno prossimo. Tuttavia, è evidente che una volta a regime il potenziale militare dell’Occidente sarà molto superiore a quello russo. Nel 2025, questa superiorità dovrebbe cominciare a manifestarsi, dando agli ucraini un vantaggio nell’artiglieria per la prima volta, come riportato da un’analisi dell’Economist. Tuttavia, il 2025 è ancora lontano. Gli Stati Uniti hanno ancora 5,6 miliardi di dollari stanziati per l’Ucraina, che saranno sufficienti per alcuni mesi, ma sarà necessario approvare nuovi fondi in seguito. In teoria, questo non dovrebbe essere un problema, dato che la maggioranza del Congresso è a favore dell’Ucraina. Tuttavia, ci sono estremisti trumpiani che stanno influenzando il Partito Repubblicano e ritardando gli aiuti. Finora, solo lo 0,33% del PIL americano è stato destinato all’Ucraina, consentendo loro di resistere all’esercito russo, che era considerato il secondo più potente al mondo prima dell’invasione. Anche l’Unione Europea ha fornito un sostegno militare simile a quello degli Stati Uniti, con una grande parte proveniente dalla Germania. Tuttavia, l’UE supera di gran lunga gli Stati Uniti per quanto riguarda le promesse di sostegno finanziario.

La tentazione per Vladimir Putin potrebbe essere quella di aumentare ulteriormente la spesa in vista delle elezioni del prossimo anno, al fine di finanziare la guerra e le spese sociali. In tal caso, la banca centrale dovrà prendere una decisione difficile: aumentare ancora i tassi di interesse, rischiando di soffocare la crescita economica, o abbandonare la lotta contro l’inflazione.

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